C'era una volta una famiglia nel bosco
Di tutti i commenti che ho letto, non ce n’è uno che si sia schierato dalla parte dei giudici. Tutti, ma proprio tutti, stanno con la “famiglia nel bosco”. Vorrei essere un sociologo per spiegare perché questa vicenda ha suscitato tanto clamore. Da complottista, mi verrebbe da pensare che i padroni occulti l’abbiano fatto apposta. Cioè, abbiano creato il caso. O almeno gli abbiano dato molta visibilità per qualche secondo fine. Perché? Per creare ulteriore malcontento presso la popolazione? Affinché gli utenti dei social possano dire che siamo un paese allo sbando, fallito, con una magistratura e una polizia che usano due pesi e due misure? I Rom e i figli dei mafiosi lasciati stare e gli “alternativi”, gli anti Sistema perseguiti per legge? Ma davvero lo Stato ha così tanto a cuore l’educazione dei bambini? Sarebbe come dire che lo Stato si preoccupa della salute dei cittadini obbligandoli a vaccinarsi. Quando l’ambiente è sano, i genitori sono dotati di risorse economiche, la casa è pulita e il cibo non manca, le assistenti sociali cos’hanno da obiettare? Queste domande ce le siamo fatte tutti. Eppure è accaduto ciò che non si credeva potesse accadere: i bambini sono stati allontanati dalla loro casa, dal bosco, dal cavallo, dall’asino e dal cane, che sicuramente erano i loro compagni di gioco. La madre è appassionata di equitazione, tanto per spiegare la presenza dei due ingombranti equini.
Il magistrato, di cui non si conosce il nome, ma che andrebbe sottoposto al pubblico ludibrio, ha concesso alla madre di stare insieme ai figli. Bontà sua! E volevo proprio vedere! Vi ricordate quell’intervista in cui Aron Russo parlò di un suo colloquio con Nick Rockefeller? Costui gli spiegava perché la Fondazione Rockefeller alla fine degli anni Sessanta finanziò il nascente movimento femminista. Perché le casalinghe non potevano essere tassate ma, mandando le donne a lavorare, sarebbero state tassate come tutti gli altri lavoratori. E, non meno importante, perché così si potevano togliere i figli ai genitori e sottoporli al condizionamento culturale della scuola pubblica, ovvero plagiare le menti dei minori per farne dei fedeli cittadini obbedienti e rispettosi delle leggi.
Con la vicenda della “famiglia nel bosco”, il secondo scopo è stato reso palese in pieno. I bambini in età scolare subiscono un indottrinamento che li porterà ad essere cittadini modello, che pagano le tasse e si mettono in fila per farsi iniettare un siero sperimentale, proprio come quando erano bambini e la maestra li metteva in fila per entrare e uscire da scuola, per andare a ricreazione o in passeggiata. In quest’ultimo caso, poiché anch’io ho fatto il maestro, anch’io li mettevo in fila, ma solo per salvaguardare la loro incolumità quando camminavano per strada. L’autorità, cominciando dalle maestre, è un concetto che è stato inculcato a forza nella mente di tutti noi, secondo i piani dell’ebreo Rockefeller, dei pedagogisti, a partire dall’epoca di De Amicis, e di tutti coloro che ambiscono al controllo della popolazione, giudici compresi. Tre bambini nel bosco sono una minaccia per questo tipo di società. Che sta stretta a sempre più persone.

Non ricordo quale giornalista di contro-informazione, ha detto che questa famiglia ha fatto un solo errore: venire qua in Italia, paese marcio e putrefatto.
RispondiEliminaBel ricordo avrà questa famiglia dell'Italia (non degli italiani, che sono per la stragrande maggioranza a loro favore, con una petizione che ieri era di ben tredicimila firme), paese liberticida e ove vige una sorta di legge marziale che dai tempi dei sieri si è fatta sempre più asfissiante;
paese che ha solo sulla carta la più bella Costituzione;
paese che plaude all'ingresso di feccia umana che è libera di stuprare, rapinare, spacciare, a cielo aperto, le FF.OO sanno benissimo dove stanno ma se ne guardano bene dal fare qualcosa.
Fanno un giretto di pattuglia (mentre consumano benzina inutilmente) e chiudono tutti e due gli occhi.
Come mai nei campi Rom, dove dilaga di tutto e di più, non arrivano le pattuglie con al seguito gli assistenti sociali?
Forse perché ad accoglierli non trovano gente per bene con asini e caprette, ma omaccioni con qualche randello in mano?