Chi è senza peccato scagli la prima critica
Dopo aver pubblicato su Facebook la mia disavventura malgascia, risalente a una decina d’anni fa, in cui da ubriaco mangiavo del pesce fritto, è arrivato il commento dell’immancabile criticona che mi rivolgeva tre, a suo dire, gravi accuse:
1) essermi ubriacato;
2) aver mangiato animali;
3) aver picchiato una donna.
Rispondo punto per punto alle tre accuse, premettendo che la tizia che me le ha rivolte non solo ha avuto il commento rimosso, ma è stata anche cancellata dalle amicizie perché le donne stupide, esattamente come gli uomini stupidi, non mi piacciono, poiché hanno la tendenza ad essere cattive e, nel suo caso, essendo da me “illo tempore” stata respinta, anche vendicative. Meglio rimuoverla prima che faccia altri danni.
Punto uno: l’ubriachezza
Da quanti secoli l’umanità si diletta mediante sostanze inebrianti? Pensiamo a Noè uscito dall’arca. L’oppio in Cina, la Cannabis nel mondo arabo e il vino in quello occidentale, sono intrinsecamente legati alle rispettive culture. Per il mondo arabo non so, ma sia in Oriente che in Occidente sono sorte, parallelamente al diffondersi del vino e dell’oppio, correnti di pensiero che si opponevano alla ricerca dell’ebbrezza alcolica e oppiacea e penso quindi che si possano definire genericamente “proibizionisti”. In Cina la gente in preda all’oppio è arrivata a costituire un vero problema sociale, perché non andava a lavorare, immagino, tanto che sono scoppiate le guerre dell’oppio tra Inghilterra e Cina, perché l’imperatore ne aveva vietato l‘importazione dall’India, che all’epoca era una colonia britannica dove il papavero da oppio si coltivava. In Occidente, e precisamente negli USA, c’è stato il cosiddetto Proibizionismo, durato dal 1920 al 1933 e scaturito dalla cultura puritana protestante. Presso i popoli cattolici, gli ubriachi sono malvisti ma tollerati, anche perché, pragmaticamente, sarebbe un duro colpo all’economia dei nostri paesi se si vietasse la coltivazione della vite. E poi, abbiamo avuto anche un San Paolo che consigliava a Timoteo di bere un po’ di vino a cagione delle sue infermità di stomaco. Indi per cui, non mi sembra di meritare l’inferno per essermi scolato una bottiglia e mezza di vino bianco.
Punto due: il consumo di cadaveri animali
Da quanti secoli l’umanità magia cadaveri di animali? Ciò non rappresenta una giustificazione, ma non è certo l’unica azione contro natura che gli uomini hanno compiuto, compiono e compiranno. Poiché spesso capita che noi esseri pensanti e dotati di coscienza, a differenza di quelli non pensanti e incoscienti, ci troviamo a dover scegliere tra il Bene e il Male, tra l’edonismo e la morigeratezza, tra il piacere e il dolore, benché in quest’ultimo caso non ci sia partita, capita anche alle persone coscienziose di trovarsi in zone d’ombra, ovvero su terreni scivolosi dal punto di viste etico (chi è senza peccato…). E allora, se anche un prete va a letto con una suora, se anche un pacifista va in guerra, se anche un vegano mangia formaggio e un vegetariano carne, cosa cambia rispetto all’ordine universale delle cose? Forse che la Chiesa fallisce e viene abolita? Forse che la pace smette di essere preferibile alla guerra? Forse che la macellazione di animali diventa improvvisamente legittima? Poiché siamo tutti comuni mortali, tutti subiamo delle tentazioni, cadiamo nell’errore e nell’incoerenza. Quante volte abbiamo compiuto sbagli di cui poi ci siamo pentiti? Quanti padri hanno punito i propri figli in un modo che poi, ragionandoci su a mente fredda, sono risultati eccessivi? Quante volte abbiamo avuto la possibilità di aiutare il prossimo ma ci siamo astenuti, provando poi rimorsi? Se conoscete qualcuno che riesce a rimanere integro nelle sue convinzioni morali, segnalatemelo, ché lo voglio conoscere! Forse, in passato, qualche santo, di quelli che non sono stati trasformati in martiri, cioè non sono stati uccisi a causa della loro integrità morale. Di solito, le tentazioni sono associate al Demonio. Perfino Gesù si trovò in quei frangenti, quando si ritirò nel deserto. Io ho mangiato del saporito pesce fritto. Ero in stato di ebbrezza alcolica, avevo fame e mi trovavo all’estero, quando siamo fuori dal nostro contesto sociale ben protetto e collaudato, e ci sentiamo più liberi e disinvolti. In Perù mi capitò qualcosa di simile: al ristorante ci portarono per sbaglio una pietanza con carne. Io la mangiai, perché non volevo litigare con cuochi e cameriere, mentre la mia compagna di viaggio si astenne. Onore a lei!
Punto tre: uomini che picchiano le donne
Da quanti secoli gli uomini picchiano le donne? Ho in mente la rappresentazione dell’uomo delle caverne che dà una bastonata in testa a una donna e poi la trascina per i capelli, scenetta che dovrebbe spiegare come avvenivano gli accoppiamenti presso i nostri antenati, all’epoca dei Flingstone, per intenderci. Non credo che le cose siano andate proprio così, ma è scientificamente provato che gli uomini hanno una forza maggiore di quattro volte quella delle donne, come il gorilla maschio ha una forza di dieci uomini e sicuramente maggiore di quella delle femmine della sua specie. Abbiamo avuto, almeno in Occidente, un periodo storico all’epoca di Dante in cui esisteva la figura della donna angelicata. Che poi le popolane venissero brutalmente malmenate anche allora, è un altro discorso. La letteratura riporta anche l’atteggiamento che i cavalieri avevano nei confronti delle dame, sia quei cavalieri da fumetto come Don Chisciotte, sia quelli veri in stile Lancillotto e re Artù. Ma anche qui siamo in ambito più letterario che reale.
Nel mio caso, diedi la stura alla rabbia perché non venivo servito velocemente, come il despota che era in me, e che forse c’è ancora, desiderava. La donna, in quel momento schiava e cuciniera, non adempiva al suo compito e io, suo padrone e signore, l’ho punita, come si fa con le servette negligenti. Si dà il caso che la servetta in oggetto non era tanto sottomessa e asservita, ma ha giustamente reagito alla mia violenza come reagirebbe una persona sana di mente. Onore anche a lei! Ella, qualche anno prima, mi aveva riempito di mazzate, perché avevo cacciato di casa i suoi parenti che si erano autoinvitati e si stavano sbafando le mie provviste, ma in quel caso era lei ad essere ubriaca. Poi, una volta che i parassiti se ne furono andati, mi chiese scusa e mi medicò le ferite da lei causatemi ungendomi con il lattice di aloe che avevamo in giardino. Per evitare di picchiare le donne, se proprio dovete frequentarle, evitate almeno l’alcol. E questo consiglio è valido sia all’estero che nei nostri paesi.

Non per essere...Ma il proibizionismo in America ha avuto due effetti: Intanto anche gli astemi si sono messi a bere, poi ha avuto inizio un'ondata di criminalità i cui effetti sono probabilmente alla base di quella attuale (ricordiamo Al Capone e soci).
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