Il piccolo gladio
La stagione delle vespe sta declinando. Ce n’è ancora qualcuna che gironzola nei cortili delle case cercando d’intrufolarsi all’interno in cerca di cibo. Ogni cosa ha il suo momento, il suo ritmo, la sua scadenza. Rondini e gruccioni se ne sono andati. Gli uccelli migrano e i mammiferi cercano un posto dove trascorrere il letargo. Di ricci, il mio cane Killer, Pablo, non ne ammazzerà più, come ha fatto il 13 aprile scorso, perché stanno per andare in letargo pure loro. Le mie tartarughe sono sempre più...letargiche e dovrò presto provvedere anche a loro. Ratti ne trovo ancora schiacciati sulle strade, ma loro non hanno regole: escono e vanno in giro quando gli pare e gli piace. Sono gli anarchici dei micromammiferi. Una nutria l’ho trovata schiacciata, l’altro giorno, ma lei non fa testo, poverina. Non è delle nostre zone! Anche i fiori hanno il loro calendario. Pochi giorni fa sono sbocciati i gladioli e l’hanno fatto in tutto il villaggio. Per lo meno, anche nei giardini dei miei vicini di casa. Non li ho piantati io, ma c’erano già da prima che arrivassi quattro anni fa. Devono quindi avere un orologio interno, per sbocciare tutti in contemporanea. Come le monache dei conventi che hanno tutte le mestruazioni lo stesso giorno. La proprietaria precedente amava le piante. E infatti, ci sono anche rose, un melograno, un paio di viti, l’erba miseria, i crochi gialli, un acanto, un ibisco, che mi è stato utile con le tartarughe per tutta l’estate, poiché sono ghiotte dei fiori. I manuali dicono che i bulbi del gladiolo devono essere dissotterrati dopo la fioritura, per tenerli al riparo dal gelo, ma io non l’ho mai fatto, in questi quattro anni, e nemmeno i miei vicini di casa. Quindi resteranno lì dove sono sempre stati. Leggo inoltre che ce ne sono di due tipi, quello precoce, che fiorisce in giugno e quello tardivo che si mostra in settembre. I miei, fioriti l’altro ieri, a metà ottobre, sono tardivi tardivi. Infatti, sono gladioli polentoni!
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