Siamo fatti per vivere in comunità

 
 

Non deve andare per forza così! Io, l’unico mercato che conosco è quello rionale delle bancarelle di frutta e verdura o di abiti e scarpe, il lunedì a Rivignano, il martedì a Codroipo e il mercoledì a Mortegliano. Per me, le Borse, i mercati azionari, le zecche di stato, sia quelle che stampano denaro sia quelle metaforiche intese come parassiti, unitamente a tutti gli Aschenaziti del mondo (lo 0,01 % della popolazione mondiale) possono anche sprofondare all’inferno, da dove sono giunti. Non sarebbe una gran perdita: rimangono pur sempre otto miliardi di umanoidi a far danni su questo pianeta. Mi si dice: “Sarebbe un peccato perché gli Aschenazi hanno un Q.I. superiore alla media e i premi Nobel li hanno quasi solo loro!”. Ah, sì? Vedo bene come usano la loro intelligenza in eccesso! Per opprimere e sfruttare e schiavizzare e manipolare milioni di disgraziati meno intelligenti di loro. Mi si dice che sono un baluardo di democrazia in Medio Oriente. A me sembra che da quando si sono insediati laggiù hanno destabilizzato l’intera area, facendo migliaia di morti fra i nativi palestinesi. Mi si dice che i terroristi sono musulmani. Ah, però! Con la loro intelligenza e l’abilità a manipolare le menti, a me sembra che gli ebrei si servano degli arabi per fare il lavoro sporco, cioè per creare una cortina fumogena dietro cui nascondersi, nascondere le loro malefatte. I cattivi sono sempre gli altri, gli arabi, ma chissà chi gli passa le armi? Chissà chi li addestra? Se c’è una cosa che non manca agli Aschenaziti, al di là della presunta intelligenza superiore, è l’astuzia. Isis, Hezbollah, Hamas: vogliamo scoprire chi li ha inventati e chi li finanzia? E perché mai li avrebbe inventati, l’astuto Aschenazi? Fate un piccolo sforzo, ché ci arrivate anche voi!



Intanto, cosa possiamo fare noi per uscire dalle logiche del mercato finanziario? Beh, liberarsi dalle dipendenze energetiche, come la storia della famiglia nel bosco, diventata paradigmatica, ci ha insegnato. Non pagare più bollette e servirsi di tecnologia dolce, soft, naturale, rinnovabile e, già che ci siamo, non pagare più multe e tasse, che servono solo ad ingrassare i porci con le ali, i parassiti con giacca e cravatta, le zecche rosse o nere, i mentitori seriali, i guerrafondai col culo degli altri. E, soprattutto, smettere di votarli, fategli capire che il gioco non regge più, che voi non ci state e che non vi piace girare a vuoto come un criceto dentro la ruota. Non c’è bisogno di violenza, né di gruppi armati, ma basta la disobbedienza, il rifiuto, la chiusura totale nei loro confronti. E’ difficile? Sì, perché niente è facile in questo mondo. Avete bisogno di un capo? Pensate al vostro, di capo, quello che avete in cima al collo. Vedete di sistemare bene le vostre idee in testa, di ragionare con il vostro cervello e non con quello degli altri. Questa deve essere la sfida più importante, l’impegno che prendete con voi stessi a beneficio vostro e a quello dei vostri simili, della vostra comunità, dei vostri vicini. Mi hanno detto che le R.S.A. non si chiamano più così. D’ora in poi si chiameranno “Ospedale di comunità”. Ecco la parola magica, una parola che deve stare sempre in cima ai vostri pensieri: comunità. Il resto non esiste. Parlamentari, deputati, senatori, ministri, sottosegretari, schiacciateli metaforicamente, come letteralmente schiacciate i ditteri ematofagi, i parassiti succhiasangue. Giacché tali sono e come potete pretendere di avere un corpo sano, una comunità genuina che funziona, se non procedete prima a una radicale disinfestazione? Mi raccomando, alle prossime elezioni, poiché il lupo perde il pelo ma non il vizio, e ce ne saranno ancora e ancora e ancora, di elezioni, strappate la vostra scheda elettorale, meglio se lo fate in pubblico, affinché tutti vedano e prendano coraggio e prendano esempio da voi. Siate come il lievito che fa crescere la pasta. Questa citazione l’ho rubata a uno molto più in gamba di me, vissuto molti anni fa. Non siamo servi di nessuno! Siamo nati liberi e non per fare da zerbini ai politicanti.

Commenti

  1. Più facile a dirsi che a farsi.
    Ormai siamo in cattività e faremmo fatica a tornare allo stato brado.
    Oddio , tutto è possibile , ma vorrei vedere in una giornata di pioggia e freddo come oggi se chi ha già provato la comodità del bagno in casa cosa ne penserebbe di uscire a fare i bisogni dietro una pianta o in un casotto al buio non riscaldato.

    La famiglia nel.bosco è stato un percorso iniziato in un modo e finito con la normalizzazione e il reintegro nei ranghi , ora vivono in una casa vacanza con tutte le comodità e fin che la loro casa non sarà come le norme comandano non gli ridaranno i figli.
    A volte ho la sensazione che sia tutta una montatura.

    Come ho già avuto modo di dire , io adotto la regola della giungla , dove vince il più forte e il più debole se vuole sopravvivere deve farsi furbo.

    Quindi non andrò mai allo scontro diretto col sistema , sprecherei inutili energie , preferisco restare nascosto , non sottostare a nessuna regola fin che non diventa inevitabile rispettarla . Se prendo una multa la pago , e pago anche le tasse , perché non faccio parte del gruppo dei predatori , io sono una preda e devo sopravvivere , con le parole e gli slogan scontati non si và da nessuna parte , se non nelle grane e io non ne voglio avere.

    Piuttosto sarebbe meglio dare il valore che si meritano a tutte le migliaia di notizie distopiche ( il 90% false ) che ci inondano ogni giorno e che tengono in un perenne stato di angoscia , cioè zero.

    Vengono date solo per catturare la mente , perché la vera battaglia sì gioca sulla mente.

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    Risposte
    1. Anch'io preferisco rimanere defilato, ma l'odio che provo per le istituzioni, e per i suoi rappresentanti in divisa, lo rendo manifesto tutte le volte che mi capita l'occasione.

      Disprezzo ogni forma di autorità e le multe semplicemente non le pago, così come pure le tasse che richiedono una mia partecipazione diretta e volontaria.

      Con le tasse indirette non ci posso fare nulla.

      La mia vita sociale non è molto intensa, anzi me ne sto per i fatti miei, non partecipando, per esempio, alle sagre di paese e ad altre iniziative come l'U.T.E. ma questo dipende dalla mia asocialità di carattere, non perché non ritenga valida la vita di relazione fra membri della stessa comunità.

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