Una sciocca mistificazione
Da anni circola questa accusa diffamatoria nei confronti di chi ama gli animali. A chi l’ha ideata e a chi ne reitera la pubblicazione dico: “Decidetevi! Avete voluto demonizzare il patriarcato e ora...pedalate! Quando nel secolo scorso l’economia era prevalentemente agricola, esistevano le famiglie numerose, con un patriarca circondato da molti figli, nipoti e pronipoti. Servivano braccia per lavorare la terra e i contraccettivi erano sconosciuti. E quando il vecchio patriarca, o la vecchia matriarca, si ammalava o perdeva le forze per l’avanzare dell’età, c’era sempre una donnina di casa, o più d’una, che si prendeva cura di lui, o lei. L’anziano non veniva mai lasciato solo e moriva nel suo letto, massima aspirazione di chiunque, all’epoca, viste le carneficine che c’erano al fronte, perché c’era sempre un fronte da qualche parte.
Poi venne la rivoluzione culturale degli anni Sessanta, cominciata, secondo molti, nel 1968. Venne creato il Femminismo per poter tassare le casalinghe. Fu l’inizio della fine, la famiglia tradizionale entrò in crisi e anche il patriarcato morì, sebbene ancora oggi gli stolti di Sinistra continuino a combatterlo, non avendo altri nemici da dare in pasto all’opinione pubblica. Oggi, i giovani rinunciano a sposarsi e a metter su famiglia, perché semplicemente non ce la fanno con i costi. Per non parlare del fatto che, se non ti adegui alle regole del tempo, lo Stato ti toglie i figli. Oggi, qualche buontempone malizioso, che ama gettare discredito sui propri simili e, nella fattispecie, su persone per bene come quelle che amano cani e gatti, se ne viene fuori con sparate calunniose rimproverando gli zoofili, o animalisti che dir si voglia, di aver messo il nonno o la nonna all’ospizio, continuando contemporaneamente a voler bene agli animali da compagnia. Si sente puzza di cattolicesimo lontano un miglio, di quello peggiore, da convento di suore frustrate. Una frase che può essere presa a paradigma del più becero specismo antropocentrico. L’autore del testo dimostra di essere totalmente scollegato dalla realtà, e non dico ignorante perché potrebbe sembrare offensivo. Ma si può essere ignoranti in due modi. Ci può essere l’ignorante buono e quindi innocente, e l’ignorante cattivo e quindi colpevole. A me sembra che il testo sia stato scritto da un rappresentante della seconda categoria. Solo un animo cattivo può insultare gente per bene, creando conflitti inutili e diffondendo contenuti divisivi. Del “Divide et impera” ne abbiamo piene le tasche e lo lasciamo volentieri ai padroni che dominano il mondo, che da millenni usano tale tecnica per mantenere il proprio potere sul popolo. E’ notorio, infatti, che un popolo diviso si controlla e si domina meglio. Ma l’autore del testo, che pone in confronto animali da compagnia e anziani di famiglia, che scopi ha? Cosa si prefigge di ottenere spargendo zizzania? Non sono entrambi membri della famiglia, anziani non autosufficienti e animali domestici? Si deve per forza scegliere? O si può cercare di aiutare sia gli uni che gli altri?
Voglio riportare come esempio il mio caso personale. Feci da badante a mia madre per qualche anno, prima che mia sorella prendesse in mano la situazione e la collocasse in casa di riposo. Mia madre aveva solo la demenza senile e riusciva lo stesso a rendermi la vita un inferno. Non voglio immaginare come sarebbe stata la mia vita, in quel periodo di forzata convivenza, se avesse avuto disabilità più gravi. Nelle R.S.A. e negli ospizi c’è personale specializzato, professionisti, hanno palestre e fisioterapisti. Hanno verricelli per alzarli e immergerli nelle vasche da bagno. Un privato cittadino può permettersi tutto questo, con gli stipendi che abbiamo in Italia? Quelli benestanti forse sì, ma non era il mio caso, poiché non avevo neanche il reddito di cittadinanza. Gli ultimi due anni della sua vita, mia madre li passò in una casa di riposo di Udine, e le infermiere la spostavano dal letto alla sedia a rotelle, di mattina, e dalla sedia a rotelle al letto, di sera. Avrei io potuto fare una cosa del genere? Forse sì, ma l’esistenza di strutture specializzate ad accogliere anziani non è forse un indice del fatto che siamo un paese civile? Non è segno di civiltà anche questo? O vogliamo andare a vedere in Africa cosa succede ai vecchi? Vogliamo fare un paragone con gli anziani Inuit che, giunta la loro ora, vanno a sedersi sul ghiaccio, lontano dall’iglù, aspettando che venga l’orso bianco a porre fine alla loro vita? Forse oggi le leggi del Canada non lo consentono, ma una volta era così. Quindi, per favore finitela di mistificare la realtà, perché oltre a diffamare la gente per niente, fate male anche a voi stessi, perché vi riempite la testa di falsità e cattiveria. Occhio, ragazzi, ché vi aizzo contro i miei feroci chihuahua!

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